Mi scuso per l?anonimato, ma si addice a chi, come me, ? costretto alla clandestinit?. Ieri ho scoperto di essere un fuorilegge perché ospito un ?irregolare?. Si tratta di un ?cittadino? di origine extracomunitaria sebbene nato in Italia: un esemplare di Araucaria Araucana. Di che si tratta? Di uno di quei ?pini con le spine? la cui presenza ? alquanto frequente nei giardini varesini. Non ne ho favorito ?l?immigrazione?, l?ho ereditata con tutto il giardino annesso alla mia abitazione. I ?rei? sono i miei defunti genitori, che circa quaranta anni fa la ritennero graziosa e, dopo l?acquisto presso un vivaio locale (il Sud America, da cui origina la specie, era al di l? delle loro idee e disponibilit?), la misero a dimora nel loro fazzoletto di terra (ma perché non scelsero una betulla!).
State per abbandonare la lettura dandomi del folle?
Un attimo ancora e vi sar? tutto chiaro.
Intanto vi suggerisco di verificare se in giardino avete anche voi un extracomunitario di tal fatta, nel caso covereste una serpe in seno. Negli anni settanta, l?Italia ha aderito alla convenzione Cites di Washington contro il commercio di specie animali (antilopi, zebre, leoni, ecc.) e vegetali (l?Araucaria allora no!) minacciate di estinzione (?endangered species?).
Lo scorso mese di ottobre veniva pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana un regolamento UE che ratificava, per l?Unione, l?aggiornamento con l?inclusione, tra l?altro, della Araucaria tra le specie protette dalla convenzione Cites.
E allora? E allora ai sensi della legge 150/1992 (che ha regolato in modo ?illuminato? la materia e non sarebbe troppo facile chiedersi cosa hanno fatto gli altri Stati sottoscrittori della convenzione) era necessario denunciare la detenzione di tali specie arboree entro il 22 gennaio 2004 al Corpo Forestale dello Stato, pagando un balzello di circa 11 euro (figuriamoci se qualcuno non ci vedeva un business).
Non avendo denunciato per ?ignorantia legis? la mia zebra, pardon pianta, la stessa ? caduta nel limbo degli irregolari.
Apprese casualmente queste informazioni dalla locale sede della forestale, alla quale mi sono rivolto per sapere se fosse possibile potare la giraffa, ehm? pianta in questione, ho chiesto, lamentandomi della scarsa informazione preventiva, cosa dovessi fare per regolarizzare la situazione.
La risposta? ?Non si pu? fare nulla. I termini sono scaduti. Le denunce tardive sono soggette a sanzione come la mancata denuncia. Forse ci sar? una proroga. Dipende da quello che decideranno quelli di Roma.?
A questo punto mi rassegno e chiedo di che entit? siano le sanzioni per chi detenga illegalmente (sic!) questo tipo di pappagalli, pardon piante. Si tratta di piante!
Udite udite: salvo che il fatto non costituisca reato (su questo penso di stare tranquillo, non ? canapa, non si fuma, non si spaccia, non si inietta dopo averla scaldata con un cucchiaino, non si trova nelle discoteche, ma qui non si pu? essere certi di nulla) ? prevista una sanzione amministrativa da 6.000.000 a 18.000.000 di vecchie lire.
A conti fatti, applicando note regole per pagamenti oblatori (1/3 del massimo) solo 3.000 euro (diconsi tremila euro contro gli 11 in caso di denuncia entro il 22 gennaio = usura!).
La sanzione ? per la mera detenzione irregolare e non per l?abbattimento, il taglio o danneggiamenti. A oggi dunque la gazzella, pardon pianta, si ? trasformata in un pernicioso extracomunitario assetato di soldi.
Prima che mi venga in mente di ?eradicare? il problema in un eccesso di xeno-fito-fobia, e prima che si formino nuclei di ?detentori? organizzati sul modello del ku-klux-klan armati di motoseghe, acqua calda e sale et similia (vanificando la ratio legis ispiratrice dell?illuminato provvedimento), non ? possibile che tra le ?1000 proroghe? qualcuno metta una pezza a questa aberrazione normo-comunicativa?
Scrivo normo-comunicativa perché rientrato a casa ho cercato se su Internet vi fossero informazioni in merito.
Il sito del Corpo Forestale dello Stato, fra le tante amenit? quali la ?Festa degli alberi?, riporta la sezione Cites, peccato che non ? neppure aggiornata con il regolamento UE dello scorso ottobre. Il sito del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, riporta s? il regolamento (che, per inciso, altro non ? che un lungo elenco di nomi latini e comuni di specie, poco intelligibile per chi, come me, non distingue un ciclamino da un crisantemo), ma nessun avviso o comunicazione specifica.
A onor del vero ho rinvenuto una sola informativa del Corpo Forestale di Vergiate, ma vi pare adeguato per una norma di portata nazionale?
Vi lascio con qualche interrogativo:
- pensate ai giubbini: quanti automobilisti leggono abitualmente il Codice della strada e si terrebbero aggiornati in assenza di campagne di informazione appropriate?
- e i pitbull? Che dire dei pitbull? Quanti ?detentori? di pitbull leggono con scrupolo la Gazzetta Ufficiale e si sarebbero accorti dell?ordinanza Sirchia dello scorso anno senza tutto il baillame creato attorno al caso?
Dal mio canto, passer? in rassegna tutte le Gazzette Ufficiali da oggi in poi: non ci rimedier? una laurea in giurisprudenza, ma almeno mi accorger? se qualche illuminato in futuro istituir? un registro delle scarpe da tennis e potr? cos? denunciare per tempo le mie Adidas evitando la confisca di ogni bene fino alla quinta generazione, la morte civile, la scomunica e la sepoltura in terra sconsacrata che saranno comminate ai trasgressori.
BehaBlog ringrazia Billy the Kid
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