da L'espresso di questa settimana D. - Oliviero Beha, negli ultimi anni lei ? diventato un difensore dei diritti civili tastando quotidianamente il polso del paese con trasmissioni di servizio come Radio Zorro e Radio a Colori. Nasce da questa esperienza il suo romanzo-saggio Sono stato io, che immagina come via d'uscita al degrado italiano un attentato metaforico contro Silvio Berlusconi? R. Viviamo in un clima di referendum continuo su Berlusconi che produce una depressione culturale. L'idea dell'attentato ? una proiezione del complesso di Edipo. Tutta l'Italia, nell'uno e nell'altro senso, vive sulla sua pelle il complesso di Berlusconi. Non resta quindi che uccidere metaforicamente il padre.
D. Nel libro traspare anche la difficolt? per un giornalista di svolgere in questo paese un’attivit? indipendente. Non esistono, secondo lei, voci libere, capaci di sottrarsi ai condizionamenti?
R. Statisticamente esistono. E le trovi pi? nella carta stampata che in televisione. I giornali hanno un’identit? pi? riconoscibile. In TV ? tutto pi? confuso. Prendiamo un’azienda pubblica come la Rai. Non si sa mai bene chi garantisce il sistema televisivo. E chi e con quali criteri debba gestirlo.
T.M. per L’espresso
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