“Grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è dunque eccellente” diceva Mao TseTung (e adesso per una citazione inscrivetemi nel partito maoista: avete fatto caso che uno cita Berlusconi e diventa comunista, cita Prodi e diventa berlusconiano, cita Bersani e non capiscono che uno può avere le sue idee ma non deve risparmiare critiche e opinioni in base a presunti vantaggi/svantaggi com’è costume del servaggio italiota… bah!). L’Europa, leggasi piuttosto la Finanza internazionale banche in testa, vuole che Monti scenda in politica più di quanto non l’abbia già fatto in tutti i modi, salvifici prima e iniqui poi. Le elezioni sono praticamente domani, tra un avviso di ElectionDay e l’altro. Problemi per la raccolta firme per chi non è in Parlamento, egaudium magnum di chi invece c’è già e ci vuole rimanere, magari con un poco di cosmesi e belletto per i peones da avvicendare.
I 4 cavalieri principali dell’Apocalisse italiana, Monti, Berlusconi, Bersani e Grillo, rappresentano un’offerta politica vecchia e nuova che si scontra al momento con due contraddizioni. La prima è che non si può sospendere per la campagna elettorale, l’unico sport che interessi davvero ai nostri Eroi (anche se il Movimento 5 Stelle è una sortita dal basso che poco ha a che vedere con lo stato delle cose e anzi vi si oppone), la realtà italiana devastata. Numeri: da Bankitalia arriva l’ennesimo dato sui compatrioti a forbice, i ricchi sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri o miseri addirittura, giacché il 10% della famiglie italiane detiene il 50% della ricchezza del Paese. Insieme a questi dati ogni giorno c’è uno scandalo, centrale o periferico, diretto o collegato, che riguarda la “casta” o la “casta delle caste”. Messi insieme questi due ordini di dati, il potere spaventoso e la deriva economica, fanno sì che la domanda di politica e di rappresentanza politica sia maggiore dell’offerta pur variegata di cui ho detto. Non ci si meravigli dunque, anzi, se dal basso giungono notizie di aggregazioni, movimenti, proteste, arcipelaghi politici in formazione come isole che si cercano nell’oceano della confusione maoista di cui sopra.
Vengo da assemblee del Movimento neonato e assai infreddolito “Cambiare si può” e del Movimento Arancione, organizzato da alcuni sindaci a partire da De Magistris e altre figure politiche di riferimento del centro-sinistra. Ripeto dunque qui ciò che vado dicendo, al di là delle mozioni logistiche per cui elezioni così premature e frettolose mettono a rischio il quorum in Parlamento per chiunque non vi sia già stratificato, alla faccia della buona volontà.
Vado sui temi, e per brevità ne scelgo uno. Questo è un Paese che non ha futuro perché la classe politica attuale non lo prevede. Crollato il muro di Berlino 23 anni fa, è stato progressivamente eretto un murodavanti alle nuovi generazioni, rubando loro il futuro e la preparazione per affrontarlo. Qualche dato sulla scuola, parlante o urlante di suo. Trent’anni fa ogni alunno della scuola pubblica aveva in Italia l’equivalente di 20 euro di oggi in dotazione didattica. Oggi in Europa la media è di circa 30, la Germania dello spread è a 45, Paesi civili per eccellenza come Svezia e Danimarca sono a 60. Esapete come esce la media che ho detto? Grazie anche a noi. L’Italia infatti oggi prevede dopo i tagli di governo in governo (quindi certamente la Gelmini, ma anche tutti gli altri…) tra i 3 e i 4 euro ad alunno.
Grandioso investimento, no? Ebbene, come ho detto e scritto negli anni, il giorno in cui dovessi far politica attiva, formale, e non soloquella sostanziale del mio lavoro di giornalista e di scrittore, metterei al primo posto la scuola: per rispetto non solo dei nostri figli e nipoti, ma di noi stessi dopo i tanti errori generazionali. Chi parlerà di tutto ciò nella bagarre elettorale che ci aspetta? Nessuno, temo, nessuno…
(Oliviero Beha)
17/12/2012 alle 17:17
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